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Ti trovi qui:Home / Formazione / Cronofotografia applicata: Metodo Demeny e movimento

Cronofotografia applicata: Metodo Demeny e movimento

3 Giugno 2019 By Isfar

A cura del Prof. Dott. Guido Pesci un articolo sulle applicazioni del Metodo Demeny: metodo da lui rivisto,  potenziato e attualizzato per favorire l’armonia del movimento umano.

 

 

La Cronofotografia

 

Ideatore della cronofotografia è Georges Demeny, fotografo e ginnasta francese, fondatore dell’Educazione fisica scientifica. A lui si deve la scoperta del Cronofotografo che per mezzo di fotogrammi consente di analizzare ogni movimento scomponendo l’azione in una progressiva sequenza di istanti fotografati. Uno studio che spinge il Demeny a prendere le distanze dal movimento insegnato in modo artificioso e meccanico tale da ottenere solo rigidità, goffaggine ed eccessiva fatica o addirittura danni specie se di fronte a soggetti con debolezza motoria.
Le sue ricerche e sperimentazioni lo obbligano a sostenere che l’insegnante debba svolgere una educazione che si basi sull’aspetto globale di una esperienza motoria e non sul funzionamento parziale. Debba perciò fare apprendere i reali movimenti continui legati al movimento naturale, produrre occasione di sviluppo del dinamismo affinato ad un lavoro di coordinazione che garantisce la giusta alternanza di contrazione e decontrazione muscolare. Ad un soggetto dovranno essere offerte  esperienze orientate dalla cronofotografia che richiedono movimenti continui, concatenati tra loro in modo da risultare aggraziati, realizzati con una velocità progressiva ed un ritmo proporzionato alla varietà del movimento, senza né soste prolungate, né arresti improvvisi e sforzi statici. Si tratta di gesti motori affinati ad un lavoro di coordinazione che garantiscono la giusta alternanza di contrazione e decontrazione muscolare, realizzati con intenti figurali e con movimenti segmentati sulla base dei differenti settori corporei che, muovendosi, determinano forme, dimensioni, lunghezze, e ritmi differenti, così da realizzare e disegnare nel vuoto cerchi, ellissi, figure a otto, ecc. Per ottenere questo successo la procedura di lavoro deve  essere sostenuta da una scelta metodologica perfezionata dalla cronofotografia, che, applicata, avvalora abilità di performance, migliora stili e modalità apprenditive soddisfatte con una programmazione educativa basata su esperienze capaci di valorizzare le attitudini individuali generate in un  clima affettivo opportuno:

  • Sviluppo armonioso del corpo
  • Efficacia espressiva
  • Studio delle sequenze cronofotografiche
  • Consapevolezza coreografica

 

 

Sviluppo armonioso del corpo

 

Per questo si investe un periodo che può essere considerato preparatorio e che richiede esperienze promosse per perfezionare e rendere armonico il movimento, orientati a garantire abilità nell’assunzione di posizioni simmetriche/asimmetriche dei diversi sistemi, flessibilità, scioltezza, equilibrio, coscienza della morfologia e del ritmo, migliorare la conoscenza del dinamismo respiratorio, dello schema corporeo, dell’immagine corporea e aumentare la padronanza del proprio corpo; movimenti che aiutano il corpo a soddisfare il piacere creativo le cui traiettorie si traducono in linee dalle forme e direzioni diverse. Sono movimenti naturali rintracciati in un’azione ricreativa e nei quali non viene mai trascurata la respirazione e il suffragio di ritmi con battute di mani e musicali. Nel corso di queste esperienze vigilano i principi del rispetto dei tempi individuali per l’apprendimento e ogni movimento alla ricerca dell’armonia deve basarsi sulla spontaneità naturale del gesto. Ciò che si realizza seguendo il metodo Demeny nella sua parte propedeutica.

 

 

Efficacia espressiva

 

Lo sviluppo armonioso del corpo è garantito da tutti i sistemi mimici e gestuali diversi per complessità ed efficacia comunicativa, organizzati con struttura isomorfica secondo il necessario uso funzionale. Il lavoro viene svolto più frequentemente in gruppi ed al soggetto viene data l’opportunità di comunicare ed esprimersi con un linguaggio espressivo plastico-dinamico, quel linguaggio visibile che si rappresenta mediante espressioni che divengono ricordo. È un corpo in movimento che parla ed esprime liberamente i propri sentimenti ed emozioni al confronto con gli altri, sviluppa l’espressività, la creazione e la socializzazione.
Le esperienze incentivano un’orditura all’organizzazione e alla rappresentatività del proprio corpo, favoriscono l’efficacia espressiva mimico-gestuale, delle pose e dei gesti e di candidarsi in esperienze ludiche di drammatizzazione; ritmi e movimenti corporei che rendono vera ogni conoscenza e coscienza di Sé, liberano le emozioni, armonizzano i temperamenti e riequilibrano la personalità.
Il ventaglio di attività è molto ampio, il gruppo può allargare la propria gamma di ruoli e stimolare le capacità latenti mettendo in primo piano le risorse, portare a motivare, interessare, muoversi e riposare per riflettere. Tra le esperienze espressive possiamo individuarne alcune ad esempio: immaginare di avere una pallina che scotta tra le mani e passarla di mano in mano; costruire un dialogo senza parole con l’ausilio delle braccia e delle gambe; mano aperta davanti al volto dell’altro che deve seguirne lo spostamento; in piedi, in cerchio, uno di essi al centro indica un componente chiamandolo con il nome di un animale, con una data storica… e questo deve imitare l’animale o l’avvenimento; formulare in un gesto in maniera spontanea, senza riflettere, la gesticolazione della vostra anima quando siete di fronte ad un vostro partner pericoloso;…

 

 

Studio delle sequenze cronofotografiche

 

La peculiarità delle esperienze cronofotografiche muove sulla necessità di vedere con esattezza e conoscenza i fenomeni del movimento non percepibili dall’occhio umano. Le immagini in movimento sono inaccessibili alla nostra figurazione diretta che invece con la cronofotografia possono essere dettagliatamente lette e rappresentate. Lo studio condotto con la cronofotografia può favorire nel soggetto l’esplorazione di ogni aspetto che va oltre la competenza degli schemi conosciuti e provati e che permette di dissolvere ogni concezione astratta.
Si scopre così che le leggi che presiedono al funzionamento dell’organismo in ogni specie che si trovi in natura, sono complesse, sia che si studi il movimento dell’uomo o dell’animale, sia che si studi le sorgenti dell’armonia organica del movimento che si trova nelle acque, nel vento, nelle piante… In didattica si dovrà offrire l’opportunità di analizzare tutti i movimenti perché si possa assumere conoscenza, fino a riconoscerli e giungere a saperli rappresentare. A questo scopo al soggetto verrà offerta la possibilità di procedere da solo o in gruppo ad una esplorazione fotografica dei diversi movimenti con una Time Lapse Camera o apprezzare dal frame motorio in sequenza, il reale dinamismo. Prendere coscienza e consapevolezza di questi ordini sequenziali, se sono quelli con cui un soggetto si rappresenta, significa stimolarlo a migliorare la propria manifestazione cinetica, e se è altro da sé, gli permetterà di essere più aderente possibile specie se sarà chiamato a rappresentarsi.

 

 

Consapevolezza coreografica

 

L’analisi dei fotogrammi di un fenomeno in movimento permette di assumere conoscenza e competenza sugli schemi in frame e orienta il soggetto nel trovare ogni volta eccellenti soluzioni se chiamato a farne una imitazione, o una rappresentazione o una libera improvvisazione. I movimenti realizzati e rintracciati saranno  rappresentati con maggior consapevolezza. Con ciò è evidente che se utilizzata una corretta anticipazione preparatoria l’aiuto che potremmo offrire al soggetto sarà assai significativo. In avviamento ad una mimesi richiesta ci dovrà essere sempre una esperienza anticipatoria per mezzo dell’analisi dei fotogrammi. Questa è la premessa per ogni esperienza di espressione corporea in cui deve divenire d’obbligo di non richiedere mai delle rappresentazioni di movimenti sconosciuti, come ad esempio la corsa di una antilope, che forse per la nostra cultura non sapremmo né immaginarla né tantomeno rappresentarla, e così vale per tanti altri movimenti.

 

L’armonia del movimento con i suggerimenti del Demeny si consolida con la conoscenza e la consapevolezza dei fenomeni che vengono rappresentati.

 

Ti interessa apprendere il Metodo Demeny e applicarlo all’interno di percorsi educativi e clinici?  Leggi le recensioni  e accedi alla formazione on line Il Metodo Demeny: armonia del movimento umano 

Filed Under: Formazione, Metodi e Strumenti

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