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Il Metodo Orlic in Psicomotricità Funzionale

Le Prof.sse Letizia Bulli e Paola Ricci, docenti della Scuola Jean Le Boulch, raccontano la formazione specialistica sul Metodo Orlic in Psicomotricità funzionale mettendo in luce il valore e l’unicità del corpo per la crescita e lo sviluppo di un Sè armonico.

 

Il metodo Orlic in psicomotricità funzionale

 

Con questa formazione vogliamo far conoscere la bellezza del metodo Orlic, un percorso di educazione gestuale che integra le esperienze dello psicomotricista funzionale con un percorso rivolto a soggetti in difficoltà che vogliono costruire o ri-costruire il proprio sé corporeo.
Questa tecnica è particolarmente interessante per gli psicomotricisti funzionali perché adatta ad adolescenti e adulti che spesso nella nostra professione troviamo difficile coinvolgere piacevolmente in attività corporee che li possano condurre alla scoperta di sé.
La formazione, ricca di conoscenze teoriche e esperienze pratiche, è finalizzata a distinguere i bisogni della persona e a realizzare conseguentemente un progetto educativo appropriato con lo scopo di sostenerne lo sviluppo funzionale e motivazionale attraverso vissuti con il corpo e il movimento.

 

 

Il corpo e il movimento strumenti di aiuto efficaci

 

L’educazione gestuale proposta dal metodo Orlic offre un approccio diverso e originale che, in un criterio metodologico psicomotorio funzionale, riconosce nella persona le difficoltà, ma ne valorizza potenzialità e unicità e l’accompagna, indipendentemente dall’età, alla conquista delle sue competenze. Conferire al corpo, come ci racconta Marie Louise Orlic, il suo pieno valore esistenziale è lo scopo dell’educazione del gesto. Può succedere nella vita di vivere momenti di alterazione fisica o mentale che vanno ad interferire con l’integrità e l’armonia del corpo. Abitare il proprio corpo significa conoscerne e padroneggiarne la geografia e le possibilità che lo stesso offre in comunione con la mente per poter vivere in armonia e in relazione con il mondo.
La struttura e la progressione del metodo seguono fedelmente lo sviluppo dell’individuo e l’esperienza assunta dal corpo, e ne riconoscono la funzione, nella prima infanzia, di trovare se stesso attraverso la prensione del mondo circostante, poi, intorno all’adolescenza, di misurare se stesso con il mondo allo scopo di potere, da adulto, inoltrarvisi col sentimento di una sicurezza completa.

 

 

Cosa si può imparare da questo corso

 

Il corso, indirizzato ai soli psicomotricisti funzionali, quei professionisti che hanno conseguito una formazione specifica post laurea in psicomotricità funzionale attraverso l’ISFAR, unico istituto formativo riconosciuto dall’ASPIF (Associazione Psicomotricisti Funzionali), offre competenze adatte nel guidare e sostenere l’individuo verso nuove conquiste funzionali. Attraverso la metodologia psicomotoria funzionale, che studia l’inter-funzionalità delle diverse manifestazioni della condotta umana nonché l’implicazione del sistema nervoso centrale, si evitano i condizionamenti e si impone  di sapere come si conquistano e si consolidano le abilità funzionali, poiché l’obiettivo non è quello di sostituirsi alla persona, ma di offrire ad essa la scelta e la realizzazione della risposta più adatta in funzione dello scopo che essa attivamente persegue, lasciare quindi spazio a intenzionalità e autonomia nel prefiggersi il proprio obiettivo.
L’originalità del metodo Orlic, che trae le sue origini dalla danza e dal teatro, sta nell’andare a vivere esperienze corporee gestuali attive ed espressive, segmentarie e globali, in accompagnamento con la respirazione e nel portare la consapevolezza acquisita nella gestualità quotidiana.
L’approccio metodologico del corso ripercorre con specificità i quadri di Jean Le Boulch sottolineando l’importanza rivestita dalla funzione di relazione in accordo con la funzione energetico affettiva e le competenze operative. Come sempre viene richiesto al professionista nella sua veste di psicomotricista funzionale di essere in grado da bravo “artigiano” di riuscire, grazie all’analisi funzionale, a costruire percorsi “cuciti” addosso alla persona.

Il metodo prevede tre momenti formativi:

  • La prima parte dell’educazione del gesto propone la presa di coscienza di sé;
  • La seconda la strutturazione e l’integrazione di sé;
  • La terza l’espressione di sé e l’integrazione sociale.

 

 

Sicure garanzie di riuscita

 

Il principio del metodo è quello di garantire al soggetto, grazie al lavoro percettivo propriocettivo, a momenti segmentario e a momenti globale, di acquisire una maggiore competenza organizzativa corporea e una diversa disponibilità per un’autentica testimonianza di sé agli altri. La crescita individuale deve essere considerata come crescita personale, nel rispetto della propria originalità psicofisica e socio-relazionale e trova nell’esperienza proposte cinetiche in una gradualità rispettosa della persona.
A cominciare dal risveglio dell’attenzione che si nutre di interesse e motivazione e che alimenta nuove intenzionalità e volontà, si costruiscono esperienze che vanno a mettere in gioco simultaneamente più vie di trasmissione e ad attivare il sistema nervoso centrale a tutti i livelli della condotta, operativi e relazionali:

  • Presa di coscienza dei propri segmenti corporei
  • Respirazione apicale, diaframmatica e addominale
  • Accordo movimento e respirazione
  • Drammatizzazione di azioni quotidiane

Un percorso che sostiene l’individuo nella scoperta percettiva del proprio se corporeo, dove il corpo va prima respirato, camminato, seduto… e per dirla alla Orlic, dove “il corpo esprime il mondo persona”.

 

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