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Ti trovi qui: Home / Formazione / Un approccio multimodale alla Riabilitazione Psicologica dei DSA

Un approccio multimodale alla Riabilitazione Psicologica dei DSA

23 Gennaio 2019 By Simone Pesci

Come applicare metodologie dinamiche, attive ed efficaci alla riabilitazione psicologica dei disturbi specifici dell’apprendimento?  Il Dott. Simone Pesci, docente del Master DSA, ci racconta un caso clinico di successo che ha richiesto tempo, lavoro, competenze e abilità professionali specifiche.

 

La storia di Nicola

 

Per illustrare come si può fare riabilitazione psicologica nell’ambito dei DSA seguendo un approccio multimodale ho scelto di raccontare la storia di Nicola.
Nicola è un bambino che, secondo la decima revisione della classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati (ICD-10), poteva soddisfare i criteri diagnostici dei disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche (F81), in particolare dei Disturbi misti delle abilità scolastiche (F81.3).
A seguito della diagnosi sono state date delle indicazioni alla scuola ed è stata fatta una proposta di intervento di riabilitazione psicologica secondo i principi dell’approccio multimodale.

 

 

La riabilitazione psicologica multimodale

 

Il percorso clinico, tenendo conto delle specificità di Nicola, ha combinato:

  • esperienze utili all’accettazione di sé e all’abbattimento delle tensionalità (a titolo di esempio Metodi Jacobson, Psicocibernetica ecc.),
  • esperienze globali con combinazioni di attività tratte dai metodi Orlic, Bon Depart,
  • esperienze settoriali desunte dal Trattamento sublessicale (discriminazione visiva e selezione visuo-spaziale, fusione e divisione fonemica e sillabica, automatizzazione del riconoscimento rapido di sillabe e parole derivate, e, in parte, composizione della parola) e solo successivamente e in modo progressivo dal trattamento lessicale (lettura tachistoscopica di parole e non parole). Le esperienze settoriali sono state, quando possibile, adattate a situazioni dinamiche vissute nello spazio o con l’uso della lavagna bianca a parete.

Il percorso di aiuto, per i primi 6 mesi, ha avuto una frequenza di due incontri settimanali di un’ora ciascuno.

 

 

Verifica dopo 6 mesi di intervento

 

Da una analisi quantitativa e qualitativa delle verifiche è emerso che le abilità nella decodifica scrittoria sono notevolmente migliorate, consentendo al bambino, tenuto conto dei parametri di lettura di grafemi, sillabe, parole e non parole (ma non del brano) di non collocarsi più sotto la media di due deviazioni standard. Per la lettura (di brano, parole e non parole) c’è stato un miglioramento pari a tre volte quello atteso per evoluzione spontanea. Da un punto di vista della correttezza la diminuzione della percentuale d’errore è pari al 50% circa. La componente ortografica della scrittura ha registrato un notevole miglioramento (diminuzione della percentuale di errore pari al 50%) nelle parole e nelle non parole. Gli errori compiuti dal bambino nel test riguardavano ora quasi esclusivamente l’uso delle doppie, mentre inizialmente erano molto più variegati.Il bambino, da un punto di vista psicomotorio ha ottenuto miglioramenti sia nella distribuzione tonico-muscolare che nel dinamismo respiratorio, sia nell’organizzazione di sé nello spazio che nelle abilità di attraversamento dell’asse corporeo. Ciò ha contribuito a ridurre la faticabilità, ad aumentare le capacità di fixage oculare, ma ha anche migliorato, annullando qualsiasi traccia di sincinesie, la singolarizzazione delle dita e la fine-motricità. Migliorate, ma ancora in parte presenti, le difficoltà nell’equilibrio statico. Il bambino si è progressivamente aperto alla relazione e si è permesso un maggiore avvicinamento ai compagni di classe. Anche il riscontro con gli insegnanti ha confermato che a scuola è più tranquillo, che affronta i compiti con minore disagio, sebbene permangano ancora alcune difficoltà di adattamento soprattutto quando deve affrontare alcuni cambiamenti o modifiche alle routine.

 

Il proseguimento dell’intervento

 

A seguito di questi risultati abbiamo continuato il lavoro clinico  con Nicola introducendo il Metodo PsicoCon.Tatto per rivolgersi alla corporeità e promuovere informazione propriocettive e topografiche corporee tridimensionali, ora che la distribuzione tonico-muscolare ha trovato maggiore equilibrio e adeguatezza. Abbiamo inoltre proseguito con esperienze settoriali sublessicali e lessicali, ponendo il focus maggiore sulla velocizzazione/automatizzazione sublessicale, a sui gruppi sillabici complessi (chi/ci, ghi/gi ecc.) sia in fase di decodifica che in fase di codifica. A queste abbiamo affiancato attività globali per consolidare le acquisizioni ottenute, migliorare ulteriormente la ritmo-spazio-temporalità e l’organizzazione di sé nello spazio (fisico e grafico), favorire l’equilibrio statico e dinamico così come l’ulteriore miglioramento della concentrazione. Anche attraverso la dinamica relazionale abbiamo rivolto l’attenzione al progresso del vocabolario e all’espressione di sé. Il percorso di aiuto, che nel frattempo è passato ad un incontro settimanale di un’ora, si è concluso dopo altri 8 mesi, terminati i quali abbiamo condotto una verifica specifica.

 

Verifica dopo 14 mesi di intervento

 

Alle verifiche condotte dopo 14 mesi dall’inizio dell’intervento abbiamo potuto apprezzare che la prestazione nella decodifica del brano, che ancora richiedeva attenzione per la rapidità (-1,5DS) mentre era sufficiente per accuratezza, si connotava da un punto di vista qualitativo con una lettura maggiormente espressiva, ritmata e consapevole. Per la lettura di parole e di non parole Nicola ha ottenuto una performance che lo collocava poco al di sotto del campione di riferimento, dimostrando una compensazione particolarmente efficace. Quanto alla scrittura Nicola non faceva più errori sistematici che, differentemente, potevano ancora saltuariamente emergere nei momenti di maggiore stanchezza o distrazione. Da un punto di vista psicomotorio e relazionale l’occupazione dello spazio e la ritmo-spazio-temporalità erano allora congrue all’età del bambino così come migliorate erano le difficoltà nell’equilibrio statico. Nel complesso il bambino ha assunto una maggiore sicurezza nell’organizzazione di sé nello spazio e rispetto al proprio asse corporeo, un più equilibrato dinamismo respiratorio, una maggiore abilità distributiva tonico-muscolare. Nicola ha raggiunto al termine dei nostri incontri una sufficiente tranquillità nell’affrontare la scuola e, avendo migliorato le proprie abilità e la sicurezza in se stesso, si è dato la possibilità anche di avvicinare gli altri con una rinnovata disponibilità che lo ha reso più partecipe alla vita scolastica ed extrascolastica. Stiamo monitorando nel tempo che tutto continui a procedere per il meglio e che i successi ottenuti siano tanto solidi da sostenere Nicola anche quando gli apprendimenti si faranno più complessi e astratti. Aver compensato il disturbo specifico dell’apprendimento e aver conquistato un positivo senso di autoefficacia sono certamente solide basi per un apprendimento proficuo e per un rapporto con se stessi e con gli altri sostanzialmente positivo.
Altre sfide, fuori e dentro la scuola, lo attenderanno. Ma questa è tutta un’altra storia.

 

Dott. Simone Pesci
Psicologo
Psicoterapeuta
Docente del Master DSA: diagnosi e intervento psicologico

 

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  1. Metodi riabilitativi dislessia - dislessia Libera Educazione ha detto:
    2 Maggio 2019 alle 10:54

    […] da rendere la ri-educazione un vestito fatto su misura, è una scelta di buon senso. Oggi anche l'ISFAR, consiglia come approccio formativo ai professionisti, un approccio […]

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