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BonGeste: lasciare traccia di sè

Per la nuova edizione della Scuola Internazionale di Pedagogia Clinica la Dott.ssa Marta Mani presenta il BonGeste, metodo pedagogico clinico che favorisce abilità organizzativo-corporee, equilibrio, conoscenza ed espressione di sè.

 

 

Il metodo

 

Lasciare traccia di sé è un impegno individuale assai complesso che richiede multifunzioni integrate in un processo di sviluppo dove l’atto gestuale diviene atto comunicativo. Per ciò il gesto acquisisce una valenza pregna di ricchi significati.
Il metodo BonGeste è un metodo della Pedagogia Clinica, organizzato su dei principi che rispondono alle necessità di dinamizzare, organizzare, coordinare e perfezionare ogni azione che porta alla realizzazione di un buon gesto per lasciare traccia. Il metodo si affida ad una tecnica di figurazioni gestuali realizzate prima in campo vuoto e poi tracciate segnicamente a parete inseguendo ritmi e musiche varie che consentono una maggior coniugazione al movimento. L’esperienza del BonGeste genera un’espressione plastico-dinamica di movimenti creativi che porta a sentire, godere e partecipare il vocabolario dei movimenti e dei gesti, determina la padronanza e consapevolezza della struttura corporea, la rappresentazione mentale, l’equilibrio, l’assialità e il controllo posturale, la conoscenza ed espressione di sé, e, inserito in un processo pedagogico clinico, aiuta a vincere difficoltà e disordini nella rappresentazione segnico-grafica, facilita chi si sente frenato o impacciato, incerto nella conoscenza del proprio asse e nella lateralità, nell’orientamento spazio-temporale, nella discriminazione, nell’esplorazione, nell’inseguimento oculare, nell’immagine del proprio schema corporeo o nei processi mnestici.
Grazie alla sua tipicizzata tecnica il BonGeste  sviluppa e accresce l’immaginazione e la creatività, genera pulsioni e interessi, consente la promozione di volontà, e incentiva il progresso e il miglioramento.

 

 

La tecnica

 

Il valore del gesto nel Metodo BonGeste  viene ad arricchirsi di elementi fusionali quali il ritmo, il suono e il movimento resi visibili grazie alle tracce che il corpo lascia in campo vuoto stando in posizione eretta e organizzate sull’asse con spostamenti omo-laterali destra/sinistra delle braccia, in orientamento alto/basso. I gesti realizzati sul criterio della bimanualità potranno essere realizzati in alternanza o in contemporanea scanditi sui differenti ritmi suggeriti dalla musica, e organizzati sui tre diversi segmenti corporei dell’arto superiore che fanno pernio nelle tre corrispondenti articolazioni, braccio (spalla), avambraccio (gomito) e mano (polso). Ne consegue che le tracce avranno, oltre agli orientamenti diversi, anche dimensioni differenti.
Le figure che vengono proposte tengono conto del processo evolutivo del segno grafico e perciò vengono offerte in progressione dalla più semplice alla più complessa, da una semplice linea retta verticale e orizzontale a figure e forme geometriche con linee intersecate e concatenate, assai più articolate che chiedono un processo ideomotore, visivo e mnestico.
Solo a seguito di un impegno come questo che permette di liberare dagli stati tensionali, dagli impacci organizzativi e rappresentativi, e che armonizza il corpo rendendolo elastico e flessibile, e vivace nella propria espressione, si potrà chiedere alla persona di lasciare traccia segnica con strumento tracciante su di una parete, quando cioè dalla propria traccia grafica ne può trarre vantaggio perché essa stessa ne testimonia l’abilità conquistata. Le dita e le mani, guidate dalle braccia, dirette dallo spostamento del corpo devono avere assunto una finezza tattile, un’ottima prensione e una motricità digitale che si aggiunge, oltre alla precisione dei gesti, alla rapidità dei movimenti e l’indipendenza delle due mani, alla volontà quindi di lasciare traccia.

 

 

L’intervento

 

Il metodo si presta assai bene per essere inserito in un intervento di aiuto specialistico rivolto al singolo, ma può essere anche realizzato in gruppo, specie in ambito scolastico per dare garanzie assicurative allo sviluppo di abilità indispensabili ad un buon gesto, ordinato, armonico e fluido indispensabile per una valida traccia grafica. Un’attenzione sarà data alla lentezza del movimento che consente una maggior fissazione dello spostamento sentito e guardato poiché l’inseguimento oculare accompagna l’esperienza, al tono muscolare che porta in equilibrio forza ed energia distribuite equamente, al dinamismo respiratorio che si combina sull’espressione gestuale con il tempo di inspirazione ed espirazione, alla lettura e traduzione di forme prescritturali e all’ascolto, poiché ritmo e musica incitano e rendono il gesto unificato.
Le esperienze in gruppo avvalorano i principi del metodo dell’elemento coreografico apportando all’attività un ulteriore supporto impressivo, suggestivo e simbolico.
Se lo scopo del metodo BonGeste è quello di garantire ad un soggetto la possibilità di manifestarsi attraverso il gesto in maniera ordinata ed armonica per dare figura segnica ricca di espressione, il Pedagogista Clinico® con il suo intervento suffragato dalla Verifica delle PAD risponde alla globalità tenendo conto di ogni altra sollecitazione proveniente dalle tante tecniche che saranno incernierate e adattate al metodo per rendere più efficace il lavoro mirato anche al gesto.

Con il metodo BonGeste la persona può rintracciare in se stessa quei sensi che permettono al corpo di comunicare, di affermarsi, di reagire e trovare risposte, far parlare il proprio corpo, renderlo dinamico, vincere le difficoltà organizzativo corporee, ritrovare in se stessa l’intento, la volontà e il desiderio di parlare di sé agli altri.

 

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